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La storia dell’hotel. La nostra storia

La storia del palazzetto che ospita Corte di Gabriela è un po’ come quella di Venezia; parte da lontano, è complessa, stratificata e affascinante.

Sono stati necessari tre interventi in tre momenti diversi per rendere la struttura così come la vediamo ora. Già avvicinandosi dall’esterno, anche timidamente, si nota come la facciata sia composta da materiali e stili di epoche diverse, come per esempio le bifore di foggia differente o il singolo poggiolo in marmo del salone nobile.

Lo stesso vale per l’interno, dove si possono trovare decori e affreschi di periodi diversi che coabitano in spazi attigui, o stili contrastanti come cancelli in foglia oro con disegno gotico e cancelli in ferro battuto di forma quadrata. Abbiamo mantenuto, quando possibile, le porte originali; al primo piano sono in noce color legno, mentre al secondo piano il legno è più spartano ma di un delizioso color bianco, quasi calce.

Nonostante sia il risultato di mode e gusti eterogenei, il palazzo ha una sua speciale e unica armonia, come un piatto che richiede un lungo tempo di cottura e di un briciolo di passione per diventare delizioso.

Nel 1865 è stato realizzato una parte dell’attuale piano terra, dove ora sono presenti le camere e l’ascensore, e solo nel 1895 l’opera è stata completata, con l’aggiunta della zona su cui si posa l’attuale reception e la sala colazioni, con il suo splendido affaccio sul canale di rio corner.

Sempre nel 1895 è stato edificato il primo piano e, come tutto a Venezia, la sua unicità si coglie solo dai particolari. La scala è in granito, tipica del periodo, con i suoi gradini un po’ ripidi e gli spazi relativamente angusti, ingentilita da una splendida ringhiera in ferro battuto che porta fino al piano nobile. Per evitare incontri spiacevoli, davanti all’entrata del piano è presente un cancello, sempre in ferro battuto, dotato di una piccola finestrella utile per sbirciare chi si avvicina all’uscio; i veneziani hanno sempre avuto una certa allergia per le persone invadenti.

Abbiamo mantenuto la stessa pavimentazione, un delicato e originale battuto di terrazzo alla veneziana, con i classici motivi di quei tempi, cercando di mantenere una certa organicità degli spazi senza snaturarne lo spirito autentico.

Il secondo piano si è fatto aspettare qualche anno in più e non è stato eretto fino al 1925, circa.

Sarò di parte, ma credo l’attesa sia valsa la pena.